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Immagine del redattoreMarco Repetto da Roma

Nuovi funamboli: progresso o virtù?


E' il Tempo del Progresso e della Virtù.


Vi riporto una citazione che mi ha fatto riflettere:

"C'era un tempo in cui l'uomo si sforzava di essere onesto, un aggettivo che lo gratificava, anche perché si trattava di una definizione socialmente apprezzata. Oggi invece si è imposto l'uomo corrotto, un epiteto che significa al contempo abile, furbo e sulla via dell'arricchirsi. L'unico simbolo che conta, anche socialmente, è il denaro.

[Vittorino Andreoli]


Non credo al …denaro come …unico simbolo che conta, sono convinto invece nell'onestà del successo, io credo ad un successo ricco di valori misurabili e simbolici. Credo che il denaro può essere un’unità di misura e quantificare meriti e competenze, credo anche che il denaro non debba mai diventare una motivazione. Credo che il denaro sia troppo spesso chiamato ad essere un metro di valutazione dell'efficienza ma sono convinto che non sia l’unica unità di misura.


Il successo può essere simboleggiato e misurato col soddisfacimento dei bisogni primari, in Sicurezza, Scoperta, Unicità, Amore, Crescita, Contribuzione ed infine in longevità e immortalità.


Proviamo a creare una analogia, un parallelo:

onestà/corruzione e professionalità/scaltrezza.


C'era un tempo in cui la professionalità era sostenuta da una attenta forse lunga preparazione oggi si tende a sostituirla e spesso è stata sostituita dalla "scaltrezza".


Il professionista esercitava un'attività intellettuale, da questa traeva la fonte primaria di reddito, per questo più o meno propriamente la sua consistenza economica ne affermava, serietà e stima.


Oggi invece si impone l'uomo scaltro. Basta un po 'di "scilinguagnolo o eloquio o pensiero veloce”; un po' di sfacciataggine con pochi concetti o contenuti “esposti bene” meglio se “con convinzione” e meglio ancora se “con auto-convinzione”. Serve il tono giusto certamente, spesso serve un palco, una grande platea. è invece accessorio il volume, c'è il microfono a compensare la pressione sonora, quella che un tempo premeva dal petto, dal cuore.


Lo scaltro è pronto e capace nel riconoscere e valutare quanto può tornare a proprio utile o a proprio danno; è accorto e perspicace nel parlare e nell'agire. Può improvvisare, rivestire vari ruoli, lasciare intendere competenze che non ha, trascinare e coinvolgere.


Come si misura lo scaltro? C'è per natura sempre un equilibrio, si chiama omeostasi: bene e male, felicità e dolore, buono e cattivo, chioma e radici, esplicito e occulto. Tutto in natura tende all'equilibrio quindi per lo “scaltro” la qualità non può essere il denaro come misuratore di serietà e stima ma può esserci quindi uno scaltro di qualità?


Il tempo è l'unica unità di misura efficace per decretare la qualità della scaltrezza, perché lo scaltro è in grado per doti proprie di procurarsi occasioni, strumenti e momenti per assomigliare ad una persona stimabile, affermata, lo scaltro si procura delle “ribalte sociali" a sostegno del suo agire ma, alla lunga nel tempo, solo la "consistenza" salva lo scaltro dal precipizio.


Il “Vero scaltro di qualità" sa mettere in equilibrio in rispetto all’omeostasi “effimerità e consistenza”, sa che l'immediatezza del riconoscimento sociale va affiancata necessariamente alla "crescita", " ricerca delle competenze", "contenuti", deve usare il tempo che ha saputo bruciare per "formarsi" anticipando tutti per compensare le "naturali lacune di conoscenza".


Il vero scaltro di qualità supera la professionalità solo col tempo, agisce verso la coscienza solo se sa che: la scaltrezza ha poco valore se non abbinata alla consapevolezza di sé, delle proprie competenze, della volontà sincera di conoscere.


L'amorevolezza in sé batte ogni giudizio ma se c'è bisogno una volta su tutte dell'autostima è proprio quando lo scaltro deve salvarsi dal baratro della verità.


L'autostima salva lo scaltro, se intesa come quantificazione, peso, valutazione autonoma di sé e di quello che sa. L'autostima sana, illumina lo scaltro sull’inconsistenza del suo progredire, lo stimola verso l’apprendimento, la novità, la crescita, il contribuire come valori, come unico e completo riconoscimento sociale. In sintesi: scaltrezza + professionalità = successo longevo e duraturo.


Così lo scaltro può vincere il tempo.


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