“C'è una necessità, cogliere il tempo in fiore”. -Giuseppe Ungaretti-
Sono qui ora, ho in mano una rosa bianca dal gambo lungo e sottile, compiendo nel dettaglio, il gesto che mille volte mi hai chiesto Tu.
Di fronte a me la tua lapide con la foto in ceramica di nonno che, nel giorno del vostro anniversario di nozze, sorride al tuo fianco, orgoglioso di Voi.
Questo granito che sostiene solido le scritte dei vostri nomi, segna le date di nascita e di morte, segna, con quel tratto che le divide, il tempo della vita.
Quel "del tempo della vita" sul granito sembra sottolineare un sospeso, sembra lasci uno spazio vuoto per la rosa in piena fioritura appena colta per Te.
Illuminata, dal sole filtrato con fatica, da un cielo chiazzato di nero di questo inizio di novembre, con petali grandi e morbidi come la seta, col suo bianco intriso di profumo, la rosa che ho colto per Te è perfetta come la natura, come quel pezzo di granito lucido, come il valore che mi sostiene, come ciò che ritengo vero sulla "resurrezione dei morti e la vita eterna", scritta a metafora nel Grande Libro al Vangelo di Matteo 22:31-32.
La rosa, ancora umida di rugiada, l'ho colta, la più bella del roseto che ho piantato sul cemento, certo dell'amore che lo avrebbe sorretto, ora è una selva meravigliosa. Ho alzato il ciglio, aggiungo terra, contribuendo a coltivarlo. L'ho piantato con chi amo, lo guardiamo crescere, lo concimiamo e potiamo, raccogliamo il suo "scopo" in fiore candido e profumato. Lo cogliamo per tempo, lo facciamo come un dono del roseto.
Della vita quello che per noi sembra invecchiare, qui in naturalezza scaglia verso la luce steli spinosi, foglie intrecciate e luccicanti, corolle e petali, qui nel roseto la vita genera e rigenera, "infittisce", crea meraviglia e offre continuo il suo Scopo.
Questa rosa bianca che porgo è l'unica tua richiesta: "quando sarò morta mi porterai una bella rosa, col gambo lungo, mi raccomando". L'unica richiesta di nonna Amelia in una vita di premure, di cure, di esempi e di amore per me.
Una sola richiesta che soddisfo qui e ora col ciclo della vita e dell'amore, dal roseto che ancora posso coltivare.
Mi domando "della resurrezione e della vita" e so che c'è in me una risposta già chiara.
Mia nonna e mio nonno vivono, lo fanno qui e ora della loro energia più intensa.
L'energia che la fisica nomencla come concetto fondamentale legato al lavoro è descritta la "capacità di un corpo di compiere lavoro" e il lavoro "è la capacità di un corpo di compiere una trasformazione sul suo ambiente".
Voi amati nonni avete fatto una meravigliosa energia intorno a voi. Doveva per certo essere il vostro Scopo.
Lo studio della natura e dei suoi fenomeni, descritto dalla fisica, soddisfa la mia domanda sul ciclo infinito della vita e sull'immortalità.
Ho imparato che il tempo non si può esprimere in modo lineare ma necessita di una variabile essenziale: Il Punto di Osservazione.
La formula più famosa della fisica, qualche Tempo fa' l'ho ritrovata, per ironia dell'universo, stampata sulla t-shirt di un grande magazzino, in poliuretano nero, rigonfio e lucido, in rilievo sul fondo di cotone bianco, troneggiava dalla stampella di solido consumismo la scritta che descriveva la "relatività " secondo Albert Einstein, espressa nella formula fisica: E=mc².
In questa formula ormai iconica, agli inizi del XX secolo per la prima volta, appare un terzo fattore a descrivere il tempo: il punto di osservazione.
Nella “teoria della relatività ristretta" E=mc², Einstein teorizza che il tempo non è assoluto, ma relativo a due variabili: la velocità e il riferimento spaziale degli osservatori. Questa visione del tempo ha cambiato la scienza.
E=mc² in cui E = energia emessa da un corpo; m = massa del corpo; c = la velocità della luce nel vuoto.
Questa formula dimostra che: la massa "m" di un corpo diminuisce di una quantità E/c² quindi massa ed energia possono trasformarsi l’una nell’altra.
Assomiglia o no all'immortalità?
Ho sempre pensato che il Perché rappresenta il punto di osservazione privilegiato per comprendere lo “Spazio_tempo” di una vita.
Il "Perché" è anche la motivazione più efficace di ogni azione; "perché faccio cosa".
Ho scoperto inoltre che il mio agire è spinto in prevalenza da 4 motivazioni distinte: Immortalità, Giustizia, Amore, Tempo.
Se il mio agire è spinto dal senso di "immortalità", la massa trasformata in energia si manifesta nelle mie azioni, si amplifica e si riproduce, non invecchia, ne muore; la massa è diventata immortale?
Di fronte alla foto "sorridente" di nonna Amelia e nonno Remo, stampata su gelida ceramica, scaldata dal loro sorriso e profumata dalla mia rosa bianca, qui e ora, non posso che sentire forte e chiara "l'energia del vostro instancabile, efficientissimo lavoro".
Quella energia "ancora" si rigenera e produce amore, non invecchia. Come il roseto cresce e "infittisce", quell'amore ricevuto io lo riverso in chi amo e la mia "memoria energetica di massa tramutata" resterà in loro.
La fisica ha descritto questo fenomeno naturale oltre la fede.
La chimica con Antoine-Laurent Lavoisier, nel 1789 nel suo libro "Traité élémentaire de chimie", scrive "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"
I mie nonni hanno trasferito in me un'energia che oggi, qui e ora, mi sta nutrendo. Energia che tornerà a chi amo amplificata dalla mia passione per la vita.
Questa è l'immortalità, "l'efficenza" e il mio Scopo.
La scienza studia la natura, ne restituisce con dimostrazioni e formule i suoi processi, dando valore "razionale" a ciò che è Semplice come il roseto che pianti, curi, gli appartieni e di cui condividi lo scopo.
Ad ogni vista spetta una morte, ma la morte non è una fine.
In natura l'immortalità è un'energia che si misura in amore. Grazie nonni.
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